17 Aprile – Giornata dei Prigionieri Palestinesi

In occasione della “Giornata dei Prigionieri Palestinesi” pubblichiamo rispettivamente una dichiarazione del compagno Georges Abdallah e un comunicato dei prigionieri palestinesi.

Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione del 17 Aprile, “Giornata dei Prigionieri Palestinesi”.

Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche

Celebrare oggi, attraverso il vostro incontro qui, la “Giornata del prigioniero palestinese” o la “Giornata internazionale del prigioniero rivoluzionario” non è certamente solo esprimere la nostra incrollabile solidarietà ai nostri compagni imprigionati nelle carceri sioniste o nelle carceri del fascismo in Turchia o altrove nel mondo; non è solo sostenere con tutte le nostre forze le loro giuste richieste e quindi salutare l’attuale mobilitazione, in relazione allo “sciopero della fame a tempo indeterminato” dei nostri due cari compagni Sibel Balaç e Gökhan Yıldırım, in corso da 110 giorni. La celebrazione della “Giornata del Prigioniero Palestinese” o della “Giornata Internazionale del Prigioniero Rivoluzionario” è intesa soprattutto Compagni, ad affermare forte e chiaro la ferma determinazione di strappare i nostri compagni dalle grinfie dei loro carcerieri criminali.

Forse sarebbe utile ricordarci, Compagni, che se nel 1974 la “Conferenza nazionale palestinese” ha dichiarato il 17 aprile “Giornata del prigioniero palestinese”, questo non solo per denunciare in questa occasione la barbarie dell’occupante sionista, né solo onorare i combattenti della Resistenza palestinese, ricordando alle masse popolari i loro sacrifici e la loro incrollabile volontà di opporsi ai soldati sionisti. La celebrazione di questa “Giornata del Prigioniero” è intesa soprattutto ad affermare forte e chiaro i nostri doveri nei confronti dei nostri compagni prigionieri e prima di tutto di includere la loro liberazione nella dinamica complessiva delle nostre lotte in atto. Infatti, in più occasioni le avanguardie della lotta rivoluzionaria palestinese hanno assunto questo compito con grande coraggio e abnegazione, costringendo il nemico a liberare migliaia di compagni prigionieri senza avere come contropartita niente per sé. Certamente sapete, Compagni, che la liberazione dei prigionieri rivoluzionari ha sempre rappresentato un momento di grande effervescenza popolare e ha sempre contribuito in modo significativo al radicamento della rivoluzione palestinese e all’arricchimento della lotta, sia a livello regionale che a livello internazionale. Ciò non significa che i prigionieri rivoluzionari non partecipano direttamente da dietro le sbarre al processo della lotta in corso; Compagni, solo nelle condizioni di detenzione che sono loro e di fronte alla politica d’annientamento cui sono soggetti, i rapporti di forza non si limitano mai al perimetro del carcere; è l’espressione particolare del rapporto generale rivoluzione/controrivoluzione. Quindi, Compagni, le iniziative di lotta carceraria devono sempre far parte di questo rapporto globale fin dall’inizio. Quando i nostri compagni incarcerati si mobilitano contro l’isolamento nelle carceri di tipo “F” e contro i processi farsa in Turchia, esprimono, nelle loro particolari condizioni, la dinamica globale della lotta contro la dittatura fascista della borghesia turca. Questa dinamica globale è essenzialmente una funzione dell’attività dei militanti rivoluzionari all’interno del “blocco sociale storico”. Ecco perché, Compagni, la lotta in carcere non dovrebbe far supporre affatto che al gruppo dei prigionieri tocchi in prima linea apparire e pagare il tributo per lo scontro con la dittatura fascista.

Quando i nostri compagni incarcerati utilizzano l’ultima arma a loro disposizione, vale a dire i loro corpi, spetta ai compagni all’esterno del carcere fare lo stesso, cioè usare “armi” che dovrebbero essere a loro disposizione (a meno che non siano disarmati sin da principio!). Se così non è, cioè se per qualsiasi ragione non riuscissero a usare “armi”, lo sciopero “a tempo indeterminato” non è solo inopportuno ma soprattutto controproducente…

Certo, compagni, solidarietà, ogni solidarietà ai nostri compagni incarcerati che lottano contro la politica d’annientamento cui sono sottoposti da lungo tempo, sapendo che la solidarietà più appropriata da dare a un prigioniero politico è impegnarsi sempre più nell’ambito della lotta contro il sistema di sfruttamento e di dominio attualmente in atto.

Come ricordato in occasione della “Giornata della Terra”, il popolo palestinese afferma con il sangue dei suoi martiri a Jenin, Hdayrat, Yaaboud e Betlemme che la Palestina, terra e popolo, è unita più che mai. Polverizza con il sangue dei suoi martiri non solo il “patto del secolo”, ma anche e soprattutto gli accordi di Oslo, esprimendo a tutta la borghesia araba il suo rifiuto e condanna di ogni passo volto alla “normalizzazione” dei rapporti tra i Paesi arabi e l’entità sionista. Afferma così l’incrollabile volontà delle masse popolari palestinesi di mandare nella pattumiera della storia la normalizzazione tra l’entità sionista e tutti questi lacchè, emiri e reucci… Quindi, all’inizio del mese di Ramadan, le masse popolari palestinesi si preparano per una mobilitazione commisurata alle sfide attuali; così da “Sheikh Jarrah” a Gaza e a tutte le città e località della Cisgiordania e dei territori del ‘48, i/le palestinesi d’ogni età, affermano con il sangue dei martiri che niente e nessuno potrà sradicare questa Intifada popolare così radicata nella coscienza collettiva e così necessaria per porre fine all’occupazione. È più che mai l’incarnazione di tutta la dignità e di tutte le speranze… Guardiamo a questa resistenza popolare a “Beita” o a Jenin e dintorni nel nord o a Hebron, per non parlare di tutto ciò che avviene ad Al-Quds e nei territori del ‘48 e la mobilitazione delle masse popolari a Gaza

Il popolo palestinese e le sue avanguardie combattenti hanno accumulato, nel corso del loro cammino di lotta esistenziale, il necessario per raccogliere la sfida e continuare la lotta fino alla vittoria.

Naturalmente, le masse popolari palestinesi, nonché le loro avanguardie combattenti imprigionate possono contare sulla vostra attiva solidarietà.

Che fioriscano mille iniziative di solidarietà a favore della Palestina e della sua gloriosa Resistenza!

Che fioriscano mille iniziative di solidarietà a favore dei nostri 2 compagni Sibel Balaç e Gökhan Yıldırım, e dei loro compagni incarcerati!

Solidarietà, ogni solidarietà ai combattenti della Resistenza nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia e Filippine e in altre parti del mondo!

Solidarietà, ogni solidarietà con il popolo yemenita!

Onore ai Martiri e alle masse popolari in lotta!

Abbasso l’imperialismo e i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!

Il capitalismo non è altro che barbarie, onore a tutti coloro che vi si oppongono nella diversità delle loro espressioni!

Insieme, Compagni, e solo insieme vinceremo!

A tutti voi, compagni e amici, i miei più cordiali saluti rivoluzionari.

Il vostro compagno Georges Abdallah

^^^^^^

Messaggio dai prigionieri palestinesi detenuti rivolto ai sostenitori del popolo palestinese e alle forze impegnate per la liberazione e la solidarietà in tutto il mondo

Nella “Giornata dei prigionieri palestinesi” 2022 noi celebriamo le lotte condotte dalle forze rivoluzionarie di liberazione e dal movimento di solidarietà verso il popolo palestinese ovunque nel mondo e salutiamo tutti i sostenitori della Resistenza della Palestina fino alla sua liberazione e al ritorno di tutti i rifugiati. Oggi ci rivolgiamo a voi, tramite questo messaggio inviato ai nostri compagni del “Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network”, nella speranza che le nostre voci giungano alla gente libera del mondo.

In occasione della “Giornata dei prigionieri palestinesi” il nostro popolo continua la sua coraggiosa resistenza contro il colonialismo sionista e le sue politiche razziste, affermando la propria determinazione nel proseguire la lotta e la resistenza in ogni forma, al fine di ottenere e realizzare il proprio diritto a vivere ed essere libero. Le masse palestinesi presenti in Palestina e in esilio o facenti capo alla diaspora sono unite intorno al Movimento dei prigionieri palestinesi e abbracciano gli oltre 4500 prigionieri. Quello esistente fra i prigionieri e il popolo palestinese è un rapporto di sangue. Non esiste famigliare che non abbia subito la brutalità dell’occupazione e l’esperienza dell’arresto.

Oltre un milione di palestinesi è stato incarcerato sin dall’avvio dell’occupazione nel 1948. Oggi, “Giornata dei prigionieri palestinesi”, rinnoviamo il nostro appello alle forze rivoluzionarie e progressiste che sostengono il nostro popolo a livello globale, affinché approfondiscano ed estendano il movimento generale di boicottaggio internazionale contro l’occupazione, le sue istituzioni e i suoi sostenitori corporativie istituzionali. Le conquiste riportate in modo crescente dai movimenti di boicottaggio, specie a livello politico, economico ed accademico, rappresentano un significativo risultato per la nostra lotta e i nostri sacrifici in Palestina e per le lotte dei popoli e delle forze che cercano d’ottenere la liberazione sociale e nazionale nonché la giustizia in Palestina e nel mondo. Oggi salutiamo i movimenti studenteschi in Nordamerica che hanno riportato molte vittorie nel boicottare l’occupazione, fra l’altro, nell’ambito delle istituzioni accademiche e delle università americane e canadesi.

In questa giornata storica, invitiamo ad ampliare le campagne internazionali e popolari in corso d’organizzazione in Europa contro le società di armamenti americane e sioniste, come Elbit, produttrici di morte, che riforniscono l’occupazione di armi e mezzi per uccidere, distruggere e condurre guerre. Queste società stanno partecipando alla brutale aggressione condotta contro il nostro popolo, soprattutto nella Striscia di Gaza, la maggiore prigione nel mondo, e sono soci in crimini di guerra e nella politica d’assassinio, uccisioni premeditate ed assediamenti.

Chiamiamo ad affrontare il movimento sionista e le sue istituzioni all’estero, specialmente il cosiddetto “Fondo nazionale ebraico” e le organizzazioni sioniste insieme alle ambasciate dell’occupazione, nonché le sue istituzioni militari, politiche, accademiche ed economiche che sostengono l’occupazione e la sua politica di pulizia etnica in Nagab, Gerusalemme e in tutta la Palestina occupata.

In questa Giornata invitiamo ad affrontare le campagne razziste organizzate e condotte dal potere dell’occupazione intese a prendere di mira i sostenitori del popolo palestinese e della Resistenza palestinese presenti nel mondo, con il pretesto di supposto antisemitismo. La fermezza del nostro popolo palestinese, da un lato, e l’ampia e crescente partecipazione di forze ebraiche progressiste favorevoli alla Resistenza palestinese, dall’altro, bloccheranno la strada alle forze razziste e sioniste nel loro tentativo di annettere l’accusa di antisemitismo alla lotta del nostro popolo e dei suoi sostenitori delle forze progressiste internazionali. In tale contesto rinnoviamo la nostra solidarietà al “Collectif Palestine Vaincra” recentemente oggetto in Francia di un’ingiusta decisione adottata affinché l’organizzazione sia sciolta.

La nostra lotta di liberazione è stata ed è parte integrante della lotta internazionale contro le forze del colonialismo, imperialismo, sionismo e reazionarie. Quindi, salutiamo tutti i prigionieri politici nel mondo, la lotta del Movimento di liberazione Nero in America, la lotta dei popoli indigeni per l’autodeterminazione e la liberazione, nonché le forze per la liberazione nel mondo ed esortiamo a rafforzare i rapporti fra questi movimenti e tutte le comunità palestinesi dell’esilio e della diaspora.

Seguiamo con fierezza i vostri sforzi e apprezziamo intensamente il vostro sostegno ai prigionieri nelle carceri dell’occupazione, soprattutto la campagna di solidarietà nei confronti dei bambini detenuti, dei sottoposti a detenzione amministrativa, nonché le campagne di solidarietà verso i prigionieri malati e in sciopero della fame e le nostre coraggiose prigioniere detenute nelle carceri dell’occupazione. Giudichiamo la vostra posizione di principio nel sostenere la lotta del movimento dei prigionieri palestinesi per la liberazione, scelta d’avanguardia contro il colonialismo sionista e il suo regime colonialista razzista.

Nella “Giornata dei prigionieri palestinesi” lanciamo un appello per la più ampia campagna di solidarietà e sostegno al compagno in lotta, Georges Ibrahim Abdallah, detenuto nelle prigioni francesi dal 1984.

La nostra libertà, in quanto prigionieri palestinesi, giungerà inevitabilmente con la liberazione di tutto il nostro popolo. Sconfiggeremo le prigioni con la fine del colonialismo sionista in Palestina. Il nostro popolo palestinese, in lotta per la liberazione e il ritorno di tutti i rifugiati da 74 anni e in lotta contro il colonialismo da oltre 100 anni, sarà vittorioso malgrado le forze armate dell’imperialismo e del sionismo.

Viva la solidarietà internazionale con il popolo palestinese – Vittoria ai popoli in lotta!

Cet article a été publié dans Uncategorized. Ajoutez ce permalien à vos favoris.

Votre commentaire

Entrez vos coordonnées ci-dessous ou cliquez sur une icône pour vous connecter:

Logo WordPress.com

Vous commentez à l’aide de votre compte WordPress.com. Déconnexion /  Changer )

Photo Facebook

Vous commentez à l’aide de votre compte Facebook. Déconnexion /  Changer )

Connexion à %s