Contro l’imperialismo italiano, contro l’imperialismo USA, contro la NATO, contro l’UE

Pubblichiamo un nostro contributo al dibattito sulla guerra in Ucraina

 Il conflitto russo-ucraino non è effettivamente iniziato il 24/2/2022, ma ha origini risalenti perlomeno al Golpe del 2014 in Ucraina, orchestrato da USA-UE, con l’instaurazione di un governo fantoccio di stampo neo-nazista.  

Questo conflitto, che in realtà vede contrapposti USA-UE e Russia, rappresenta una fase della guerra interimperialista che trae le sue origini più profonde dalla crisi di sovrapproduzione di capitale. E in questa fase non bisogna dimenticare la Cina che, pur non coinvolta direttamente in termini militari, gioca un ruolo di primo piano nello scacchiere internazionale in quanto è una delle principali potenze economiche mondiali e proprio per questo in netta contrapposizione con gli USA. La guerra è l’ultimo strumento a cui ricorrono gli Stati imperialisti come soluzione (ndr: temporanea) alla crisi per la ridefinizione degli assetti geopolitici e la conquista di nuovi mercati e l’acquisizione di materie prime, etc.      

Ritornando agli attori del conflitto, l’Ucraina come abbiamo già detto è uno Stato fantoccio dell’imperialismo occidentale e come tale non ha potere decisionale, la Russia è una potenza capitalista e imperialista e Putin rappresenta gli interessi della borghesia russa e non certo quelli del proletariato. Gli USA e l’UE nel corso degli ultimi decenni, tramite la NATO, hanno accentuato politiche tese a una maggiore aggressività sul piano militare per imporre e affermare il proprio dominio nel mondo, come ad esempio con le guerre condotte contro la Jugoslavia, l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia, la Siria, ecc, che hanno provocato grandi distruzioni con migliaia e migliaia di vittime civili. Ma va sottolineato che la NATO, sin dalla sua costituzione, è sempre stata un’organizzazione a carattere offensivo, in funzione anticomunista, e non difensiva, come spacciato dalla stessa.

La NATO, braccio militare dell’imperialismo occidentale, dopo la caduta del Muro di Berlino, è stata utilizzata per espandere la sua influenza nei Paesi dell’ex-Patto di Varsavia chiaramente in funzione anti-russa, con l’installazione di basi militari e il massiccio dispiegamento di truppe. L’ultimo sviluppo di questa espansione riguarda l’annunciato accorpamento nella NATO di Svezia e Finlandia e l’assorbimento dell’Ucraina (nella NATO e nell’UE).

In questo contesto, in Europa, l’unità dei comunisti va costruita identificando il nemico principale, che è l’imperialismo del proprio Paese, gli Usa/NATO e l’UE. 

L’Italia ha un ruolo di primo piano nello schieramento imperialista occidentale: ha da subito aumentato la spesa destinata agli armamenti al 2% del PIL nazionale, ha inviato, e continua a farlo, armi e denaro all’Ucraina,  ha trasferito militari nei Paesi NATO confinanti con l’Ucraina, il governo continua a sostenere politicamente il governo ucraino, fino ad arrivare al presidente di Confindustria Bonomi che ha incontrato direttamente Zelenski per pianificare la ricostruzione in Ucraina. Il governo italiano, già dalle prime fasi della guerra, ha iniziato a promuovere l’ “economia di guerra”, annunciando per il prossimo autunno misure di razionamento del gas e dell’energia elettrica, oltre al già avvenuto aumento delle bollette, e facendo intendere che la gran parte delle risorse economiche va destinata al rafforzamento dell’impegno militare, chiaramente a scapito di quelle riservate alla sanità, ai trasporti e alle altre politiche sociali; inoltre da più parti si sta rilanciando l’ipotesi di ricorrere nuovamente alle centrali nucleari.

Sul fronte interno il governo italiano, avendo la necessità di realizzare la pacificazionesociale, punta a reprimere ogni forma di lotta e di dissenso (ultimissimo esempio di questi giorni è l’operazione repressiva contro sindacalisti del Si-Cobas e USB con arresti e perquisizioni) e contemporaneamente a perseguire un consenso generalizzato con un’incessante propaganda guerrafondaia, diffusa tramite i mass media. 

Occorre promuovere un intervento unitario dei comunisti contro l’imperialismo USA e la NATO, che d’altronde storicamente è sempre stato uno dei principali obiettivi del movimento comunista internazionale e in particolare delle Organizzazioni rivoluzionarie dall’inizio degli anni ’70 in poi, come ad esempio è stato in Italia, Germania, Francia, Grecia, ecc. 

Alla stessa maniera bisogna portare i movimenti contro la guerra a mobilitarsi davanti alle ambasciate/consolati USA, alle basi NATO e alle sedi UE. Qualche minimo segnale positivo di questa tendenza comincia a manifestarsi, come è dimostrato parzialmente dalla manifestazione contro la base NATO di Solbiate Olona il 22/4/2022 e dal corteo, tenutosi il 2/6/2022 a Coltano (PI), che ha visto la partecipazione di circa 10000 persone contro la realizzazione di una nuova base militare.     

L’unità dei comunisti si costruisce anche acquisendo la consapevolezza che come il nemico principale negli anni ’30-40 era identificato nel nazi-fascismo, ora il nemico principale è rappresentato dall’imperialismo USA, che proprio perché in grave crisi è divenuto ancora più aggressivo di prima.    

Per tutto quanto espresso finora, è evidente che la parola d’ordine “Né con la NATO, né con Putin” rappresenta una posizione totalmente inadeguata, perlomeno in Italia e in Europa, inoltre non identifica il nemico principale e non contribuisce a creare le condizioni per l’unità dei comunisti e nella sostanza non rilancia la lotta.    

Un’altra parola d’ordine completamente fuorviante è “per l’indipendenza dell’Italia”, in quanto l’Italia, Paese a pieno titolo imperialista, è membro attivo all’interno della NATO, alleato e non suddito degli USA, che hanno ovviamente il ruolo di indiscussa leadership all’interno dell’organizzazione Atlantica. L’Italia, quindi, non essendo un Paese “dipendente” non ha bisogno di una lotta per l’indipendenza, ma di una lotta per il socialismo. In questo senso la parola d’ordine “fuori l’Italia dalla NATO”, pur essendo un concetto giusto e da perseguire, deve essere legato ad una lotta contro il sistema capitalista, in quanto ai proletari non gioverebbe un Paese capitalista-imperialista, seppur esterno alla NATO (Austria e Svizzera insegnano).            

Inoltre non condividiamo le posizioni di alcuni settori di “internazionalisti”, sia nostrani che degli altri Paesi, che mettono in risalto esclusivamente l’opposizione all’imperialismo russo, ponendosi di fatto, anche combattendo direttamente sul campo, a fianco del neonazista Zelenski e dell’imperialismo guerrafondaio occidentale. 

Come noto storicamente in occasione delle guerre imperialiste a farne le spese sono sempre i proletari, sia da una parte che dall’altra. In questa guerra, le vittime sia militari che civili sono i proletari russi e ucraini. Le conseguenze economiche e sociali dell’economia di guerra ricadono pesantemente sui tutti i proletari a livello internazionale. 

Per queste ragioni è il proletariato internazionale organizzato dal partito comunista l’unica forza che può contrapporsi in senso vincente al sistema capitalista/imperialista, può prendere il potere politico e costruire una società senza sfruttamento e classi.   

Collettivo contro la repressione per un Soccorso Rosso Internazionale

Luglio 2022

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